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Di posizioni strane dal dopoguerra in poi c’è solo quella del consigliere Meo
La dialettica politica ed il dibattito su argomenti delicati per il futuro della nostra città non possono che collocarsi nel perimetro della dignità dei valori alla base del dialogo pulito, serio e circostanziato, epurato da contumelie che hanno più il tono della vuota esercitazione di un ruolo.
Stando ai fatti, appare chiaro che il consigliere Meo non riconosce al dialogo politico la funzione centrale che esso assume in una istituzione di struttura democratica quale è, nella fattispecie, il consiglio comunale.
Il voto non contrario al bilancio preventivo è stata una scelta che, nell’adozione della quasi totalità del gruppo di minoranza, va incontro alla governabilità non dell’esecutivo ma a quella dei tanti problemi che la nostra città vive.
D’altra parte ci sono esempi multipli e numerosissimi nella realtà istituzionale del nostro Paese circa il voto di astensione dei gruppi di opposizione rispetto ai bilanci presentati dagli esecutivi. Di posizioni strane dal dopoguerra in poi c’è solo quella del consigliere Meo che farebbe bene a documentarsi prima di aprire bocca su argomenti così importanti.
Rispondo ai miei elettori nella quotidianità delle sottolineature negative che questo governo comunale presenta e spesso anche con toni certamente molto netti. E non c’è bisogno di sedere in commissione per conoscere le criticità cittadine e l’estrema inefficacia della giunta comunale nell’affrontarle.
Non entro nel miserevole tentativo di evidenziare le mie conoscenze sulle presunte illegittimità della giunta nella quale ho avuto grande ruolo. Per quanto sia a mia conoscenza non ci sono stati atti amministrativi, a cui io ho partecipato, che abbiano violato leggi e regolamenti.
Insinuare e dispensare giudizi farciti da insulsi riferimenti non è mio costume ma vedo che ne è in palese possesso il mio inaspettato interlocutore. Pensare che poi abbia favorito la riconferma di Vallone a sindaco della città è davvero frutto di allucinazioni e farneticazioni, che appaiono abituali nel linguaggio del consigliere Meo.
Concludo questa mia nota riconfermando l’impegno a costruire un’alternativa valida a questo esecutivo attraverso la proposizione quotidiana di argomenti fondati. Le contumelie, le basse insinuazioni, le immotivate e irrazionali critiche sollevate nell’intervento del consigliere Meo appartengono ad una cultura politica che sa tanto del dileggio, punto e basta.
Io per mia formazione e per i valori personali che ho sempre coltivato ho un altro stile. Per fortuna molto distante da quello consumato, quotidianamente, da Meo.
Cesare Spanò
Capo Gruppo Consiglio Comunale
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